Tecnologia

Mattia Coffetti è il primo italiano che possiede dei microchip sottopelle, aprendo la strada a un futuro di simbiosi tra uomo e tecnologia

Mattia Coffetti, un 35enne proveniente da Rodengo Saiano, un piccolo comune in provincia di Brescia, ha deciso di farsi impiantare cinque microchip sottopelle. Le scoperte scientifiche e le innovazioni degli ultimi anni hanno cambiato radicalmente il nostro modo di vivere e interagire con il mondo circostante. In questa corsa verso un futuro sempre più tecnologico, c’è chi ha scelto di abbracciare queste trasformazioni in modo estremamente personale e pionieristico.

Il primo microchip sottopelle di Mattia Coffetti

Mattia Coffetti è un giovane informatico specializzato nell’ambito della sicurezza. Di recente, è stato il primo italiano ad aver deciso di sottoporsi a un’incredibile innovazione tecnologica: si è fatto impiantare sotto la pelle diversi microchip, aprendo le porte a un mondo di possibilità fino a poco tempo fa considerate fantascienza. 

Mattia Coffetti è un appassionato di tecnologia e un fervente sostenitore del transumanesimo.
Sin dal 2019, ha iniziato il suo straordinario viaggio verso il futuro integrando il primo microchip Nfc-rfid nel suo corpo. Questo microchip sottopelle, oltre ad aprire porte e facilitare le operazioni quotidiane, ha delle utili funzionalità. Grazie a questo dispositivo, Mattia può registrare i suoi dati medici, conservare la carta di identità e il badge del lavoro e addirittura condividere il proprio profilo LinkedIn.

microchip sottopelle
Mattia Coffetti – Credit: ANSA

I microchip per una vita più pratica e sicura

Ma le scelte di Mattia non si sono fermate qui. Il suo spirito curioso e sperimentale lo ha spinto a esplorare ulteriori possibilità offerte dai microchip sottopelle. Ha quindi deciso di integrare nel suo corpo altri quattro microchip, ciascuno con una funzione unica. 

Mattia ha sperimentato un secondo microchip con una funzione di autenticazione dei dati bancari. Sebbene alcuni potrebbero considerare queste scelte come qualcosa di superfluo o fantascientifico, Mattia è convinto che la tecnologia integrata nel corpo umano possa fornire vantaggi significativi nella nostra vita quotidiana.

Il terzo microchip impiantato da Mattia funge da magnete, attirando metalli. Questo si rende utile, ad esempio, durante i lavori manuali per catturare viti e altri oggetti metallici senza rischio di perderli. Questa applicazione pratica dimostra come la tecnologia sottocutanea possa semplificarci le operazioni più comuni.

Il quarto e ultimo microchip scelto da Mattia è un led. Quando viene avvicinato a una sorgente elettrica, si illumina, creando uno spettacolo affascinante e futuristico. Mentre alcuni potrebbero vedere questa scelta come un’aggiunta estetica, Mattia enfatizza che anche questi microchip contribuiscono alla sua visione di un futuro in cui la tecnologia e il corpo umano possono fondersi in modo sinergico.

Caratteristiche dei microchip sottopelle

Una paura comune riguardo all’adozione dei microchip sottopelle è il timore di diventare dei “cyborg“, con la tecnologia che prende il sopravvento sulla nostra umanità. Mattia Coffetti chiarisce che questi microchip non trasformano l’essere umano in un cyborg, come spesso dipinto nei film di fantascienza. In realtà, i microchip sottopelle non conferiscono superpoteri, ma sono semplici strumenti di utilità pratica. Essi sono progettati per semplificare la vita quotidiana, facilitando le operazioni più comuni e fornendo un’alternativa comoda e sicura ai tradizionali metodi di pagamento e identificazione. Mattia ritiene che, al contrario, queste innovazioni stiano aprendo nuove prospettive sulla possibilità di migliorare aspetti imperfetti della condizione umana attraverso l’integrazione con la tecnologia.

Una delle caratteristiche più sorprendenti dei microchip sottopelle è la loro accessibilità economica. Il prezzo oscilla tra gli 80 e i 100 euro per i microchip più semplici, come il suo primo microchip Nfc-rfid per aprire porte e condividere informazioni. Anche i microchip per autenticare dati bancari e per svolgere lavori manuali hanno un costo ragionevole, intorno ai 150 euro. Il microchip più recente, invece, specificamente progettato per effettuare pagamenti, ha richiesto un investimento di circa 200 euro.

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Mattia Coffetti – Credit: ANSA

Il futuro del transumanesimo

L’avventura di Mattia Coffetti è solo uno dei tanti esempi di come il transumanesimo stia guadagnando slancio nel mondo moderno. Questo movimento culturale e scientifico mira a superare i limiti biologici dell’essere umano, spingendo verso una simbiosi più profonda tra tecnologia e corpo umano. Le potenzialità che emergono da queste esplorazioni sono affascinanti e il futuro sembra promettere innovazioni ancora più rivoluzionarie. Si potrebbe immaginare un mondo in cui l’integrazione con la tecnologia consenta di monitorare costantemente la nostra salute. Questo potrebbe permetterci di intervenire tempestivamente per prevenire malattie, o addirittura offrire nuove soluzioni per cure mediche avanzate.

Mattia si è trovato anche a sfatare alcuni miti e preconcetti riguardo ai microchip sottopelle. Contrariamente a quanto temuto da alcuni, i microchip non contengono dispositivi di localizzazione e funzionano in modo simile alle normali carte di credito o bancomat. La loro integrazione nel corpo umano rappresenta un passo avanti verso una maggiore comodità e un futuro in cui potremmo uscire senza portafoglio. L’ottimistica prospettiva di Mattia ci invita a immaginare un futuro in cui la nostra essenza umana si fonderà con il potenziale tecnologico, aprendo la strada a nuove scoperte e capacità fino a oggi solo immaginate.

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