Ambiente e Clima

Per la prima volta nella storia, le temperature del Regno Unito hanno superato i 40° C, l’allarme del WMO

In una dichiarazione, il WMO (World Meteorological Organization) ha osservato che il Met Office britannico, l’organo governativo che si occupa di meteo e temperature nel Paese, ha emesso per la prima volta nella storia, un “Red Warning” per il caldo record prevedendo temperature che raggiungeranno i 40 gradi Celsius (104 Fahrenheit) in alcune parti dell’Inghilterra centrale, settentrionale, orientale e sudorientale.

Ieri in gran parte dell’Inghilterra, le temperature hanno raggiunto e superato i 30°C e oggi nei pressi di Heathrow, cittadina a Ovest di Londra, dove ha sede il noto aeroporto, sono stati registrati 40,2° C: è stata quindi battuta la temperatura record di 38,7° C raggiunta il 25 luglio 2019 al Cambridge Botanic Garden.

Emergenza nazionale

«È probabile che anche le notti siano eccezionalmente calde, soprattutto nelle aree urbane», ha affermato Paul Gundersen, capo meteorologo del Met Office. «Questo avrà effetti diffusi sulle persone e sulle infrastrutture, pertanto, è importante che tutti stiano in allerta e attuino dei cambiamenti nella loro routine. L’ondata di calore può essere molto pericolosa per la salute non soltanto delle persone dalla salute compromessa, ma anche di quelle che non presentano problemi di salute pregressi».

Infatti, parallelamente all’innalzamento fino a Red dell’allarme temperature, l’UK Health Security Agency ha emanato un avviso di innalzamento a 4 dell’attuale livello di Heat Health Warning per l’Inghilterra.

«L’ondata di caldo funge anche da coperchio, intrappolando gli inquinanti atmosferici, compreso il particolato, con conseguente degrado della qualità dell’aria ed effetti negativi sulla salute», ha spiegato Lorenzo Labrador, responsabile scientifico del Global Atmosphere Watch Programme del WMO.

Nikos Christidis, climate attribution scientist al Met Office, ha commentato: «Speravamo di non arrivare a questa situazione, ma per la prima volta in assoluto è stata registrata una temperatura superiore a 40° C nel Regno Unito. In un recente studio abbiamo scoperto che la probabilità di giornate estremamente calde nel Regno Unito è aumentata e continuerà a farlo nel corso del secolo. Il cambiamento climatico ha già influenzato la probabilità di temperature estreme nel Regno Unito: le probabilità di vedere giornate di 40° C nel Regno Unito potrebbero essere 10 volte più probabili nel clima attuale rispetto a un clima naturale non influenzato dall’uomo».

In effetti, la possibilità che un’ondata di calore in UK raggiungesse temperature di 40° C era molto più bassa 50 anni fa rispetto a oggi. Nel 1971 si trattava di un evento che si poteva verificare una volta ogni 1000 anni. Nel 2022 la probabilità è di una volta ogni 86 anni. E la frequenza aumenterà sicuramente in futuro a causa del riscaldamento globale. In uno scenario ad alte emissioni, nel 2090 toccare i 40° C sarà “eccezionale” come un anno bisestile: la frequenza salirà a una volta ogni 4 anni. Ogni 15 se le promesse sul clima della COP26 saranno rispettate.

Anche l’Europa soffoca

La situazione è complicata anche in Europa meridionale. Sono state registrate temperature intorno ai 46° C in Portogallo, di 39° C nei Paesi Bassi e di 40° C in Belgio e Germania. In Francia registrati oltre 40° C a Parigi e un record notturno: 32,8° C alle tre del mattino.

Le temperature estreme stanno mettendo sotto pressione i vigili del fuoco europei, impegnati da giorni per cercare di far fronte ai numerosi incendi che stanno bruciando l’Europa, Inghilterra compresa. «La situazione è critica, i pompieri si trovano sotto una pressione immensa», ha dichiarato in un tweet il sindaco della capitale britannica Sadiq Khan commentando il tentativo dei vigili del fuoco di Londra di spegnere un grosso incendio nella parte est della città.

La situazione più complicata è forse quella della Francia. Il ministro dell’Interno, Gérald Moussa Darmanin ha parlato di 20 incendi segnalati ogni giorno in tutto il territorio nazionale, responsabili della perdita di almeno 27.000 ettari di vegetazione. Enorme il lavoro da parte di pompieri e volontari nel dipartimento della Gironda, dove il fuoco ha raggiunto un’estensione di 60 chilometri quadrati. Decine di migliaia le persone evacuate a titolo precauzionale da una quindicina di comuni e anche gli animali del parco zoologico del Bassin d’Arcachon sono stati messi in salvo.

In Spagna i pompieri stanno faticando a mettere sotto controllo una ventina di roghi, che hanno provocato la distruzione di oltre 20.000 ettari di boschi e macchia mediterranea. Gli incendi boschivi hanno causato il decesso di due persone nella regione nord-occidentale di Zamora. Le autorità hanno calcolato che, nella sola Penisola iberica, sono più di un migliaio i decessi attribuibili al caldo di questi giorni. Particolarmente drammatica la vicenda di due anziani, morti mentre cercavano di mettersi in salvo nel nord del Portogallo.

Anche l’Italia non è risparmiata: bruciano i boschi della Versilia, in Toscana, specialmente tra Bozzano, Massarosa, Viareggio e Camaiore. In azione i pompieri e i Canadair, decine di residenti sono stati allontanati a titolo precauzionale.

«Metà dell’umanità in pericolo»

In un videomessaggio, il Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres ha avvertito che «metà dell’umanità è in pericolo, affrontando inondazioni, siccità, tempeste estreme e incendi».

Guterres ha poi affermato che l’obiettivo dell’accordo di Parigi del 2015 di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C è ben lontano dall’essere raggiunto e, per questo, «ognuno deve assumersi le proprie responsabilità per il bene di tutti», ha concluso il Segretario Generale, invitando i Paesi a ricostruire la fiducia e a collaborare.

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