Transizione digitale
Digital Quality of Life Index 2021

Il ranking globale di Surfshark: sul podio Danimarca, Corea del Sud e Finlandia, poi Israele e Stati Uniti.

L’Italia è ancora molto indietro sul benessere digitale rispetto agli altri Paesi europei. A dirlo è l’Indice sulla Qualità della vita Digitale (Digital Quality of Life IndexDQL) del 2021 stilato da Surfshark, società specializzata in virtual private network, che ha passato in rassegna 110 Paesi, ovvero il 90% della popolazione mondiale.

Lo studio

L’analisi condotta dalla società di sicurezza informatica valuta i Paesi sulla base di di una serie di cinque pilastri fondamentali del benessere digitale:

  • Disponibilità di internet
  • Qualità delle connessioni
  • Presenza e diffusione di infrastrutture digitali
  • Sicurezza informatica
  • Diffusione dell’e-government

A guidare la classifica è la Danimarca, che, considerando tutti gli indicatori, ha ottenuto un punteggio generale di 0,83 su un valore massimo ottenibile di 1. Seguono la Corea del Sud e la Finlandia, a pari merito con 0,76 punti. L’Italia rientra nei primi 30 Paesi, ma solo al 27° posto, dopo Belgio e Polonia e prima di Repubblica Ceca e Slovacchia.

Le ultime 5 posizioni sono occupate rispettivamente da Etiopia, Cambogia, Camerun, Guatemala e Angola.

Fonte: www.statista.com/chart/27883/digital-quality-of-life-index/

La situazione globale

Analizzando in generale la fotografia scattata da Surfshark per il 2021, appare evidente come l’Europa registri un’ottima performance nella classifica, occupando una posizione di rilievo su scala globale. Nella top 10, infatti, oltre Israele, Stati Uniti e Singapore ci sono Francia, Svizzera, Germania e Regno Unito. La Grecia, inoltre, conquista la prima posizione per quanto riguarda la sicurezza informatica.

Globalmente emerge che oltre 32 Paesi hanno una connessione a banda larga instabile, numero che quasi raddoppia se si guardano le connessioni da mobile. In media, l’offerta meno cara di internet mobile costa 10 minuti di lavoro al mese, molto meno della connessione fissa, che tocca fino a 6 ore di lavoro.

A livello regionale, gli Stati Uniti spiccano come Paese che vanta la qualità di vita digitale superiore nelle Americhe, mentre la Corea del Sud occupa la prima posizione in Asia. Per quanto riguarda i Paesi del continente africano, gli abitanti del Sud Africa vantano la qualità di vita digitale più elevata mentre l’Australia primeggia in Oceania, superando la Nuova Zelanda in molte aree digitali.

Italia in chiaro scuro

Lo studio ha evidenziato il passo indietro compiuto dall’Italia, che è scesa di 7 posizioni in due anni andandosi a posizionare dietro a Spagna e Francia. Un calo ancora più evidente se si pensa che nel 2019 figuravamo al 9° posto (anche se i criteri su cui era basato il report erano leggermente differenti).

Nonostante tutto, il settore dove si registra il posizionamento più alto è la sicurezza informatica (19° posto). Qui il nostro Paese supera, ad esempio, la Svizzera, con un indice migliore del 30% rispetto alla media globale.

Segue poi il 25° posto per quanto riguarda l’infrastruttura informatica e sempre il 25° posto per l’amministrazione digitale.

Tuttavia, la penisola registra il punteggio più basso per quanto riguarda la qualità e l’accessibilità di internet, piazzandosi rispettivamente al 40° e al 41° posto nella classifica ed evidenziando una netta differenza con i Paesi limitrofi, specialmente Francia e Spagna. Particolarmente significativo è il dato secondo cui le persone in Italia devono lavorare complessivamente 2 ore e 23 minuti al mese per permettersi di avere accesso al pacchetto internet a banda larga più economico.

Fonte: surfshark.com/dql2021?country=IT

Per approfondire: