Ambiente e Clima
Italia Overshoot Day 2024

L’Italia in overshoot, in 5 mesi esaurite le risorse naturali dell’anno. Solo il Giappone fa peggio.

L’Overshoot Day il è giorno in cui l’uso totale delle risorse da parte dei suoi abitanti – che include il consumo di cibo, materiali naturali, e le emissioni di gas serra – eccede la capacità del pianeta di rigenerarle. La data cambia di Paese in Paese, e anche di anno in anno, poiché influenzati dai comportamenti e dalle politiche di sfruttamento delle risorse naturali.

Secondo l’ultima analisi di Unicusano, l’Italia è tra i paesi “peggiori”: nel 2024, in soli 5 mesi, è arrivata a consumare il 500% delle sue risorse, ovvero cinque volte le sue possibilità annuali. Peggio di lei solo il Giappone.

Come si calcola l’Overshoot day

Per calcolare l’Overshoot Day il Global Footprint Network – un’organizzazione di ricerca internazionale che si dedica all’analisi del consumo delle risorse naturali e della loro capacità di rigenerazione sulla Terra – utilizza una formula che divide la biocapacità del Pianeta, sia a livello globale che per singoli stati, per l’impronta ecologica. Il risultato ottenuto viene moltiplicato per il numero di giorni in un anno, che per quest’anno bisestile ammonta a 366.

Questo metodo consente di determinare non solo la data globale, annunciata ogni anno il 5 giugno in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente, in cui l’umanità ha esaurito le risorse biologiche che gli ecosistemi terrestri sono in grado di rigenerare in un anno, ma anche la data specifica per ogni Paese, segnando il momento in cui inizia l’indebitamento ecologico.

L’Overshoot Day in Italia

Dopo soli cinque mesi del 2024 – per l’esattezza, dal giorno 19 maggiol’Italia avrà esaurito le risorse rinnovabili che il pianeta è in grado di rigenerare nell’arco di un anno. A maggio 2023 il Belpaese aveva già consumato tutte le risorse del 2024, e dal prossimo 19 maggio inizierà a bruciare in preoccupante anticipo anche le risorse del 2025.

Se tutti gli umani vivessero e consumassero come noi italiani, servirebbero le risorse di quasi 3 Terre.

Overshoot Days 2024 per Paese

Come emerge dall’infografica realizzata da Unicusano, a incidere di più sulla crisi climatica di più il nostro pianeta siano il Qatar, gli Emirati Arabi, gli Stati Uniti e il Lussemburgo, mentre nella classifica dei più virtuosi spiccano Indonesia, Ecuador e Jamaica.

In generale, in Europa tutti consumano più di quanto la Terra produce naturalmente in un anno. Dunque nessun Paese europeo ha davvero adottato politiche contro la crisi climatica e il depauperamento delle risorse: il Vecchio Continente consuma più di quanto la terra riesca “naturalmente” a produrre in un anno. E così fioccano gli overshoot days.

Infografica Overshoot Days - Unicusano
Infografica Overshoot Days – Unicusano

Ad aggravare la situazione, secondo lo studio dell’Unicusano, concorrono l’uso eccessivo della plastica, lo spreco alimentare e l’accessibilità al cibo. Sono 5,25 i trilioni di pezzi di plastica che navigano negli Oceani, con isole di plastica che arrivano addirittura a coprire una superficie di 10 milioni di chilometri quadrati (otto volte l’Italia).

Lo spreco alimentare nel mondo arriva al 30% e la produzione di cibo è la causa di 4,8 miliardi di tonnellate di gas serra nell’atmosfera. Inoltre, mangiamo almeno 5 grammi a settimana microplastiche.

Le conseguenze: naturali ed economiche

Tutto questo sta portando ad un aumento della temperatura globale. Secondo gli scienziati entro il 2030 il riscaldamento terrestre arriverà a picchi di +1,5/3°C con gravi conseguenze. Si stima che nei prossimi 50 anni 3,5 miliardi di persone vivranno a temperature sahariane. E le temperature estive saliranno di +5°C entro il 2070.

Aumento temperature - Infografica Overshoot day, Unicusano
Aumento temperature – Infografica Overshoot day, Unicusano

Inondazioni, siccità, erosione dei suoli, ondate di calore e innalzamento dei mari avranno gravi conseguenze soprattutto sulle minoranze: donne, disoccupati, piccoli agricoltori, popolazioni indigene, Paesi poveri e in via di sviluppo a vocazione agricola. Le conseguenze economiche non sono da sottovalutare.

La soluzione?

Secondo l’analisi la soluzione deve essere quella di un cambiamento radicale, sociale, culturale, politico ed economico, da mettere in atto tempestivamente.

Gli obiettivi da perseguire sono quelli della decarbonizzazione, delle diete e a base vegetale, della pianificazione urbana che preservi gli spazi verdi, della riduzione della plastica e dei comportamenti d’acquisto maggiormente sostenibili.

Fonti e approfondimenti