La medicina subacquea si occupa della prevenzione e del trattamento dei problemi di salute legati alle immersioni.
Sia l’apnea che le immersioni subacquee sono sport sempre più popolari, che ci permettono di esplorare l’ignoto e di vivere avventure ed esperienze uniche. Inoltre, i progressi tecnologici hanno reso le immersioni molto più sicure rispetto agli anni passati.
Tuttavia, a essere onesti, non esiste un rischio zero per l’uomo quando si immerge sott’acqua. Da qui l’importanza della medicina subacquea.
Cos’è la medicina subacquea?
L’immersione in acqua è una condizione estremamente innaturale per l’organismo e produce degli importanti effetti sul corpo umano, che possono trasformarsi in processi terapeutici ma anche in gravi pericoli per la salute dei subacquei.
La medicina subacquea si occupa di diagnosticare, trattare e prevenire le condizioni patologiche legate alle immersioni, che siano in apnea o con respiratori, e di prevenire incidenti e malori in acqua.
Oltre a stabilire e valutare i prerequisiti fisici necessari per immergersi, questa complessa disciplina studia gli effetti dell’immersione sul corpo umano a partire dalle conseguenze della pressione dell’acqua sull’organismo. Ci sono organi particolarmente interessati da questo fenomeno, che devono essere in salute ottimale per un’immersione sicura. Alcuni di questi sono le orecchie, i seni paranasali, il cuore, i polmoni e il sistema vascolare.
Dalla medicina subacquea deriva la terapia iperbarica, che prevede la somministrazione di ossigeno ad alta pressione per il trattamento delle cosiddette patologie disbariche. Le camere iperbariche (o camere di decompressione) sono utilizzate per creare questo ambiente e i loro effetti sono così benefici per la salute che ora sono utilizzate per trattare altre patologie. Esse prendono il nome dalle soste di decompressione tipiche della risalita dei subacquei in superficie.
I medici subacquei
I medici subacquei sono specialisti in un’area unica della medicina che comprende la salute subacquea e iperbarica. Le loro competenze spaziano dalla comprensione di come il corpo umano reagisce sott’acqua e a diversi livelli di pressione, alla padronanza delle attrezzature e delle procedure utilizzate nelle immersioni.
Questi professionisti, non solo valutano se una persona è idonea a immergersi, ma sono anche addestrati a diagnosticare e trattare gli incidenti legati alle immersioni, come la malattia da decompressione.
Gli esami pre-immersione
L’immersione sportiva è l’immersione subacquea più conosciuta e praticata per scopi ricreativi, sia in apnea sia con respiratori. Essa comporta pochissimi rischi per la salute della maggior parte delle persone; ma alcune condizioni fisiche possono aumentare i rischi, a volte non evidenti per i principianti che vogliono provare l’esperienza delle immersioni.
Risulta quindi fondamentale un esame approfondito da parte di specialisti allo scopo di valutare:
- la salute mentale: il candidato deve avere la capacità di apprendere e applicare le conoscenze teoriche sull’immersione;
- la salute generale, devono essere controllati:
- il sistema otorinolaringoiatrico poiché qualsiasi squilibrio di pressione durante la risalita e la discesa può causare delle problematiche di varia natura, dal disagio temporaneo alle lesioni;
- i sistemi cardiovascolare, gastrointestinale, ematologico, endocrino e neurologico, in quanto possono influire sulla sicurezza del subacqueo.
La valutazione medica deve essere quindi completa e personalizzata, considerando tutti gli aspetti per garantire la sicurezza e il benessere degli individui durante le immersioni.
Gli effetti dell’immersione sul corpo umano
La decompressione in camera iperbarica viene usata per il trattamento di due patologie tra le più diffuse tra chi pratica immersioni, cioè la malattia da decompressione e l’embolia gassosa arteriosa.
Queste due patologie, che riguardano tipologie di immersione praticamente opposte, hanno essenzialmente la stessa causa: la variazione della pressione a cui sono sottoposti i gas naturalmente presenti all’interno del corpo umano.
La pressione provoca delle trasformazioni importanti a carico dell’orecchio medio, della circolazione sanguigna e della respirazione: si parla, non a caso, di eventi barotraumatici, ovvero provocati dalle modifiche della pressione esterna.
Secondo la legge di Boyle-Mariotte, “il volume di una certa quantità di gas varia in modo inversamente proporzionale alla pressione a cui viene sottoposto”: ciò significa che scendendo in profondità il volume dei gas presenti nel corpo e nell’attrezzatura si comprime gradualmente, mentre tornando verso la superficie aumenta.
Ciò vale per tutti i gas presenti nel sangue (ossigeno, azoto, anidride carbonica), ma è soprattutto l’azoto a costituire un pericolo per i sub: questo gas infatti è inerte, e viene immagazzinato nei tessuti così com’è, senza essere trasformato dalla respirazione.
In condizioni naturali, l’azoto viene gradualmente rilasciato sotto forma di gas durante l’espirazione. La riduzione della pressione che si sperimenta quando si risale da un’immersione, però, può provocare un’eccessiva liberazione di azoto in forma gassosa (le cosiddette “bolle” di azoto), che il sub non riesce a eliminare tramite la respirazione e che può dare origine a emboli gassosi e danni agli organi.
La patologia da decompressione: i pericoli della risalita
Le emergenze mediche in immersione sono estremamente rare. Si stima che si verifichino solo 2 volte ogni 10.000 immersioni. Tuttavia, bisogna essere preparati.
La maggior parte degli infortuni legati alle immersioni sono provocati da eventi barotraumatici: la narcosi da azoto (nelle immersioni profonde), l’assorbimento di CO2 e l’avvelenamento da ossigeno (a profondità estreme) sono direttamente causati dalla variazione della pressione, come anche le diverse patologie a carico dell’orecchio medio e interno.
Le due patologie più temute in ambito di medicina subacquea, però, sono le patologie da decompressione, ovvero la malattia da decompressione (MDD) – tipica di coloro che si immergono con le bombole – e l’embolia gassosa arteriosa, che invece riguarda più di frequente chi pratica l’apnea.
Malattia da decompressione: cos’è e quando si manifesta
La malattia da decompressione può manifestarsi quando si risale in superficie troppo rapidamente oppure quando non si effettuano le necessarie soste di decompressione durante la risalita.
L’aria contenuta nelle bombole è infatti composta al 79% da azoto, il gas inerte che come abbiamo visto rischia di essere liberato in modo troppo violento a causa della diminuzione repentina della pressione.
L’immagine che viene usata più spesso per descrivere la decompressione dell’azoto nell’organismo è quella di una lattina contenente una bevanda molto frizzante: quando si apre la lattina, e quindi si toglie pressione, il gas viene liberato in maniera esplosiva, generando bolle che la linguetta non riesce a trattenere e rilasciare in maniera controllata.
Medicina subacquea e apnea: l’embolia gassosa arteriosa
L’embolia gassosa arteriosa riguarda invece più di frequente gli apneisti, e dipende direttamente dalla legge di Boyle-Mariotte. Quando si passa da 0 a 10 metri di profondità, la pressione passa da 1 a 2 bar: ciò significa che mentre si risale da 10 metri verso la superficie l’aria contenuta nei polmoni raddoppia di volume, cosa che può arrivare a lacerare gli alveoli polmonari.
“Non smettere mai di respirare” è una delle regole di base dell’apnea e delle immersioni in generale: regolare la quantità d’aria contenuta nei polmoni espirando progressivamente serve proprio a bilanciare la pressione polmonare durante la risalita.
La diffusione dell’immersione in apnea, soprattutto a grandi profondità, ha portato l’attenzione anche su altri meccanismi di compensazione fondamentali per i sub, come quelli necessari per evitare scompensi a carico dell’orecchio, tra i più diffusi soprattutto tra i subacquei meno esperti.
Come trattare le patologie da decompressione
Il trattamento delle patologie da decompressione spesso prevede la somministrazione di ossigeno subito dopo l’emersione e l’ossigenoterapia iperbarica in camere di decompressione una volta a terra.
Tuttavia, è importante notare che la disponibilità del trattamento può essere limitata in alcuni luoghi, sottolineando l’importanza della prevenzione e dell’educazione nella comunità subacquea. Per questo motivo, gli istruttori di immersioni ricreative e i divemaster devono possedere conoscenze e competenze in materia di salvataggio e primo soccorso, compresa la certificazione per la rianimazione cardiopolmonare e la somministrazione di ossigeno normobarico.